5 MARZO 1943: NASCE LUCIO BATTISTI
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Nato a Poggio Bustone, in provincia di Rieti, il 5 marzo 1943, Lucio Battisti è una delle colonne portanti della musica italiana.
Lucio Battisti è considerato infatti uno dei cantautori italiani più grandi con i suoi 17 album e ben 25 milioni di dischi venduti.
Il sodalizio artistico con Mogol fu una caratteristica del successo delle canzoni di Lucio Battisti segnando un’epoca musicale e di costume in Italia.
Lucio Battisti aveva iniziato a suonare all’età di 13 anni quando per la promozione in terza media chiese come regalo una chitarra ai genitori Alfredo e Dea.
L’INCONTRO CON MOGOL
La carriera di Lucio Battisti prese forma nel 1965 quando dopo un provino per una casa discografica, l’editrice musicale Cristine Leroux rimase colpita dalla vocalità dell’artista e propose un incontro con il paroliere Giulio Rapetti, in arte Mogol.
Inizialmente quest’ultimo era scettico ma rimase colpito dall’umiltà di Battisti tanto che uscì fuori nel corso degli anni uno dei sodalizi artistici più belli della musica italiana.
I GRANDI SUCCESSI
“29 settembre” fu il primo brano di successo composto da Mogol e Battisti ed interpretato dagli Equipe 84 classificandosi al primo posto nella hit parade 1967.
Dopo una serie di canzoni scritte per altri artisti, Lucio Battisti si presentò a Sanremo nel 1969 con “Un’avventura”. Venne molto criticato dai giornalisti ma la canzone ottenne un grande successo e lo stesso Battisti iniziò una carriera ricca di soddisfazioni . Nei mesi successivi infatti uscirono “Non è Francesca”, “Acqua Azzurra Acqua Chiara”, “10 ragazze”, “Mi ritorni in mente” e “7e40”.
Nel 1970 Lucio Battisti vinse il Festivalbar con “Fiori di rosa / fiori di pesco” e successivamente pubblicò il singolo “Emozioni” che però fu la causa di alcuni dissidi con la casa discografica.
Nei mesi successivi Lucio Battisti passò all’etichetta “Numero Uno” per avere maggiori ricavi e così nel 1971 arrivò “La canzone del sole” , considerato il brano ideale per chi si accinge a suonare la chitarra per la semplicità degli accordi.
Successivamente arrivarono i successi con “I giardini di marzo”, “Io vorrei, non vorrei.. ma se vuoi”, “Il mio canto libero”. Dopo il successo de “La collina dei ciliegi”, a metà degli anni 70 Lucio Battisti era così famoso che perfino David Bowie decise di omaggiarlo realizzando una cover di “Io vorrei… non vorrei.. ma se vuoi”.
La metà degli anni ’70 furono caratterizzate da altri grandi successi come “Una donna per amico” e “Una giornata uggiosa”, ma anche dal matrimonio con Grazia Letizia Veronese.
LA ROTTURA CON MOGOL
All’inizio degli anni ’80 Mogol e Battisti si separarono a causa di divergenze artistiche tra i due con Battisti che voleva sperimentare nuove esperienze musicali prima con Valenza e poi con Pasquale Panella. Pur rimanendo sulla cresta dell’onda, Lucio Battisti non riuscì a raggiungere i livelli di popolarità degli anni precedenti anche perché il rapporto con i giornalisti e la stampa era sempre molto avverso.
LA MORTE
Lucio Battisti ci lasciò all’ospedale San Paolo di Milano il 9 settembre 1998 a soli 55 anni. Durante gli undici giorni di ricovero per volontà della famiglia non venne rilasciato alcun bollettino medico tanto che ancora oggi non si conoscono le cause della morte.
Lucio Battisti oltre ad essere stato un grande cantante, è stato anche autore per numerosi suoi colleghi. Tuttavia un sodalizio è rimasto sempre sospeso.
IL MANCATO SODALIZIO CON CELENTANO E MINA
Come riportato da Il Fatto Quotidiano, Battisti nell’estate del 1993 incontra per caso al mercato di Lecco, Adriano Celentano e Claudia Mori. Due leggende che si danno la mano tra verze e san Marzano. Si mettono da qualche parte in un bar a chiacchierare assieme alle mogli per ore. Fino alle due del mattino. Poi rilanciano entrambi l’idea di fare qualcosa insieme. E attenzione: è Battisti a richiamare Celentano che però non è in casa. Poi il Molleggiato si dimentica di richiamarlo, vuoi per orgoglio o per reale dimenticanza. E quando lo fa, Battisti non si fa più trovare. Peccato perché Celentano aveva parlato con Mina e avevano già in mano il disco del secolo, tutti e tre insieme, che non è stato mai: H2O.
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